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Circa un anno fa la casa d’aste Christie’s vendeva per 69,3 Milioni di dollari Everydays, The First Five Thousand Days facendo diventare improvvisamente Beeple, il suo creatore, uno dei tre artisti viventi più importanti al mondo.
La particolarità è che quest’opera d’arte è completamente digitale, un collage di 5000 immagini realizzate dall’artista dal 2007 al 2021, in appunto 5000 giorni. Per Christie’s è stata la prima asta di un’opera d’arte NFT, quindi senza componente fisica e la prima volta in cui c’è stato un pagamento in criptovaluta.
Ma cerchiamo di capire insieme cosa significa l’acronimo NFT.
NFT sta per “non fungible token”: la parola token indica la presenza di una serie di informazioni digitali che caratterizzano un file, ma è proprio la non fungibilità a dare all’oggetto un valore unico rispetto a beni simili, ad esempio una banconota da €5 è un bene fungibile, perché se la scambio con un’altra da €5 il valore sarà sempre lo stesso.
I beni non fungibili invece possono sembrare identici ma in realtà non lo sono, come ad esempio un quadro originale e delle sue copie.
Gli NFT sono dei certificati di autenticità digitale, un tipo di Smart Contract che certifica la proprietà di un oggetto digitale, quindi un file che può essere un’immagine, un video, un’opera digitale o persino una canzone.
Qualsiasi cosa può essere trasformata in un NFT, persino un Tweet. Pensate che il primo tweet di sempre pubblicato dal fondatore di Twitter sul suo account vale più di due milioni di dollari nella sua versione unica certificata attraverso gli NFT.
Anche un dipinto di un autore si può digitalizzare e far diventare un NFT, in questo caso non sarà una delle tante copie del quadro ma viene certificato che quell’opera unica ha una versione digitale altrettanto unica.
Un NFT viene creato a partire da un oggetto digitale a cui viene assegnato una sequenza ben precisa di numeri generando un codice chiamato hash, che viene memorizzato tramite Smart Contract sulla piattaforma di blockchain e da quel momento il token può essere scambiato. La blockchain garantisce e certifica l’autenticità e la storia del file, infatti gli NFT non possono essere né contraffatti né copiati.
Lo Smart Contract relativo a ogni NFT traccia e conserva ogni transazione tra utenti in questo registro digitale condiviso e immutabile che è la blockchain: quindi acquistando un NFT si compra il file dell’opera d’arte ma anche e soprattutto si comprano tutti i metadati conservati sulla blockchain che certificano il fatto che si è proprietari di quell’oggetto digitale.
Oltre alla corsa da acquistare NFT come investimento ci sono già i primi visionari che ne teorizzano ulteriori applicazioni, per esempio potrebbero essere gli strumenti utilizzati per certificare, vendere e comprare le proprietà nel Metaverso. Se così fosse ben presto diventerebbero fondamentali per certificare oggetti e vestiti nella realtà virtuale e nei videogiochi. Le case di moda, i produttori di videogame (ad esempio Sorare) sarebbero quindi tra i più interessati a testare nuovi utilizzi di NFT e blockchain.
La rivoluzione digitale è appena iniziata.
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